Un palcoscenico può essere considerato importante quanto un monumento? La risposta è sì se parliamo di Siena. In quali città esiste un teatro nello stesso palazzo dell’amministrazione comunale?
Qui la storia del Teatro dei Rinnovati è legata indissolubilmente a quella dei senesi, per questo lo consigliamo non solo per gli spettacoli, ma anche come meta di un itinerario culturale.
Le origini di questo teatro risalgono a sette secoli fa, quando la Sala del Consiglio della Repubblica senese iniziò a ospitare spettacoli.
Nel 1560 la sala divenne un teatro per opera di Bartolomeo Neroni detto il Riccio e fu inaugurata dalla commedia “Hortensius” di Alessandro Piccolomini messa in scena dagli Accademici Intronati.
Questo teatro ha attraversato numerose vicissitudini, fu testimone della competizione fra due accademie (Intronati e Filomati), ha subito due incendi (nel 1742 e nel 1751), un terremoto (nel 1798) e un’ultima ristrutturazione terminata nel 2009 dall’architetto veneziano Ettore Vio. Oggi il Teatro dei Rinnovati ha più di 600 posti a sedere distribuiti tra la platea e gli 88 palchi.
Gli spettacoli in calendario spaziano dalla prosa ai concerti fino alla danza contemporanea; approfittate di una visita a Palazzo Pubblico per scegliere a quale evento assistere nel corso della stagione.
Inoltre è stata appena annunciata la rassegna Rinnòvati Rinnovati. La primavera della musica al Teatro dei Rinnovati, una serie di 6 concerti a metà strada tra rappresentazione teatrale ed esibizione musicale, a partire dal 23 aprile fino al 3 giugno. Gli artisti coinvolti sono Brunori Sas, Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti, Erriquez della Bandabardò, Nada, Ginevra Di Marco, il rapper Murubutu, Andrea Scanzi, Giulio Casali, Oscar de Summa, e i Têtes de Bois con Sergio Staino.
I biglietti saranno acquistabili singolarmente o in abbonamento anche online dal sito www.b-ticket.com, una buona idea se state programmando un soggiorno a Siena nei prossimi mesi.
Il Teatro dei Rinnovati ha una lunga storia alle spalle e oggi è più vivo che mai, un segno che i tesori senesi non sono soltanto legati al passato, ma continueranno a essere rilevanti ancora molto a lungo.
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